Oggi si va a spasso nel bosco. Siamo a inizio gennaio il freddo è pungente anche se la giornata è stupenda e non ci sono nuvole in cielo. Si potrebbe anche andare in mtb ma decido di percorrere i sentieri fatti in bici durante l’estate per gustarmi la magia del bosco con un andatura più lenta.
Le foglie a terra creano un tappeto spesso e croccante, mentre cammino il crepitio delle foglie sotto i piedi nasconde tutti i rumori del bosco ma basta fermarsi un attimo e ascoltare per accorgersi che siamo immersi nella vita. I canti degli uccelli si sovrappongono, riconosco cincie, merli, corvi e picchi. Quando si è immobili si sentono gli abitanti del bosco che si muovono e anche un piccolo topino non riesce a nascondere i suoi spostamenti.
La presenza di animali più grandi che dimorano nel bosco, come cinghiali e caprioli, la si può notare dalle numerose impronte lasciate sul terreno umido. Quando uno di questi grandi animali si sposta nel sottobosco per sfuggire al nostro sguardo ci fa sussultaree.
Con mia grande sorpresa oggi ho avvistato e ascoltato il picchio nero di cui ignoravo la presenza tra le colline del Monferrato.
Nel bosco si trovano anche tracce di attività antropiche del passato, i “tro” (di cui igroro il nome in italiano) che indicano che in passato in quel luogo era presente una vigna. Il tro è un grosso recipiente in cemento dove venivano preparati i trattamenti per la vite. Mi sono imbattuto anche in un’abitazione abbadonata, il “Casot”ormai solo i muri perimetrali rimangono in piedi e il tetto è stato sostituito dalle fronde degli alberi e il cielo.
Ritorno a casa dove mi attende la stufa scoppiettante per scaldare il corpo, mentre il cuore è già caldo grazie ai colori avvolgenti del bosco.